lunedì 7 luglio 2008

La percezione della Verità


Caravaggio, Incredulità di San Tommaso, 1600

Il naso di San Tommaso e il suo indice infilato nella ferita di Cristo sono entrati nell'immaginario collettivo come simboli di curiosità critica, di indagine empirica e di analisi razionale delle evidenze. Caravaggio aggiunge alla composizione un elemento dinamico che fa riflettere sull'effettiva capacità dell'intelletto razionale di comprendere la verità spirituale.

La composizione è strutturata all'interno di una croce ortogonale e compresa fra due diagonali che "toccano" i punti salienti del discorso filosofico ideato dall'artista. I quattro personaggi sono dipinti seguendo uno schema geometrico caro agli alchimisti del tempo. La croce infatti delimita i quattro quadranti che individuano non solo i quatto temperamenti, ma uno specifico codice di evoluzione dell'energia psichica, mentale e spirituale all'interno del "cranio/cervello". Per l'alchimia rinascimentale le funzioni cerebrali sono tra loro collegate secondo uno schema geometrico che viene "illuminato" progressivamente man mano che l'individuo evolve in consapevolezza sensoriale ( Tommaso infila il dito), percezione critica (l'apostolo osserva con attenzione la ferita), conoscenza razionale (l'apostolo più anziano osserva da un punto di vista più elevato) e infine comprensione spirituale (il Cristo mostra la ferita e guida la mano di Tommaso all'interno della "veriità").

Il dipinto affronta il tema della verità intesa come il risultato di una indagine razionale e oggettiva dei dati di fatto. La verifica empirica, diretta e personale delle informazioni, delle immagini e delle fonti scientifiche, storiche e culturali è il presupposto per contestualizzare ogni opera generata dalla mente umana. In particolare la verifica delle prove (la ferita) dichiara l'attendibilità delle parole di chi si propone come un "portatore di verità" . Per non farsi ingannare dai falsi profeti (o dalle opere propinate dalla new age) l'individuo deve evolvere la curiosità di Tommaso in percezione critica, riflessione razionale e infine nella comprensione intuitiva del Cristo, l'unica in grado di discriminare ciò che è vero, utile e proficuo per l'anima da ciò che è falso, dannoso e iniquo.

Questo processo di evoluzione delle facoltà critiche non è così facile come potrebbe sembrare. L'educazione scolastica non è sufficiente a sviluppare nell'individuo uno spirito critico poichè viene efatizzato l'analisi del testo rispetto allo studio delle immagini. Invece la realtà quotidiana è fatta di immagini che dobbiamo imparare a decodificare se non vogliamo commettere errori di valutazione e di giudizio e rischiare di cadere vittima della "percezione altrui".

Evolvere nella conoscenza dei simboli presenti nelle immagini riflesse dalla realtà, dai mezzi di comunicazione e di trasmissione del sapere significa comprendere la natura di "Matrix", ovvero il potere "occulto" della razionalità economica, politica e scientifica di mistificare la realtà, di proiettare sogni e bisogni, di suggestionare le masse e modellare la percezione collettiva attraverso simboli e modelli di successo.

domenica 6 luglio 2008

Le percezione della nigredo


Il Canestro di frutta dipinto da Caravaggio è il modello che sintetizza la prima fase di elaborazione della percezione sensoriale in consapevolezza dell'equilibrio, valutazione dell'intensità, analisi della profondità e trasformazione dell'immagine figurativa (psichica) in immagine astratta (mentale), attraverso l'utilizzo del linguaggio simbolico dei colori o la presenza ordinata di oggetti di riferimento. L'arte nigrescente ha la prerogativa di "raccontare" l'alchimia della percezione sensoriale, "costretta" dall'artista a filtrare la luce-pensiero, dalla 'dimensione psichica' a quella 'mentale', fino all'elaborazione finale dell'immagine nella dimensione "culturale" condivisa e poi in quella "creativa".

Il dipinto di Caravaggio descrive in sintesi i quattro passaggi che conducono l'artista a percepire l'oggetto non più come un prodotto da "rappresentare" esteticamente, ma come strumento "chemico" di trasformazione della pulsione creativa in consapevolezza creativa. Ogni "azione" di Caravaggio, dai piedi fino alla punta del pennello, è indotta dal "Se istintuale", ovvero dall'istinto di riportare l'omeostasi nell'organismo psichico alterato dalla percezione sensoriale. Caravaggio reagiva alle falsità, agli inganni, alle ingiustizie e alle depravazioni percepite dai sensi attraverso l'azione creativa della pittura. Avrebbe potuto diventare uno scrittore, oppure un poeta, ma sono i colori e le linee che sostengono la composizione formale a modellare, più di molte parole, in modo invisibile ma decisamente efficace, un pensiero "antagonista" alla realtà dominante.

Il "Se istintuale" di Caravaggio è ciò che gli alchimisti chiamano Elixir, la linfa vitale generata dalla "percezione in azione", attività istintiva di chi "rinuncia" deliberatamente a filtrare le immagini con l'intelletto razionalizzatore.

Caravaggio sintetizza in un solo dipinto ciò che un artista comune (con il Se istintuale dormiente) impiega 12 anni a concepire dopo molte opere.
L'opera non è descrittiva di una realtà esteriore, ma è il riflesso di ciò che l'artista sente di dover fare per riportare l'energia psichica evolutiva (la nostra Eva) in equilibrio. Il soggetto è così posto sotto "tensione" da quattro linee diagonali che convergono idealmente verso il centro, al fine di esaudire e soddisfare le "forze" suggerite dai contetti "chemici" di equilibrio, intensità, profondità e astrazione.

1. La composizione risulta perfettamente equilibrata quando la "percezione sensoriale" è infine appagata dal risultato raggiunto. La disposizione millimetrica di ogni foglia o frutto non riflette una realtà esterna, ma è appunto l'unica soluzione accettata dal Se istintuale. Non esistono valide alternative a quella specifica composizione. E' unica e irripetibile, anche per l'artista stesso.

2. L'intensità di liee è piena e completa. Non manca nulla, né in numero né in qualità di oggetti da inserire. Caravaggio sente la necessità di far capire che la frutta è in decomposizione, poiché l'intensità della percezione è influenzata dallo scorrere del tempo, dall'ineluttabilità della consumazione, mentre la profondità della percezione dipende dalla qualità delle informazioni visive e dalla conoscenza delle imagini recepite e collocate ordinatamente nella memoria evolutiva.

3. Ecco allora che la profondità non viene cercata attraverso una collocazione prospettica degli elementi, ma ponendo il canestro sul bordo del tavolo, metafora di un limite "fisiologico" connesso alll'assimilazione "cognitiva" di ciò che viene percepito. Siamo sempre in una situazione precaria. Non possiamo permetterci di essere "profondi", nemmeno psichicamente, poiché il carattere soggettivo della percezione sensoriale è un limite fisiologico e quindi "spirituale" invalicabile.

4. Infine, per rispondere a un effettivo bisogno di contestualizzare la propria opera sul piano della trasformazione della dimensione psichica (arancio) in quella mentale (giallo), Caravaggio dipinge la frutta all'interno di uno sfondo giallo. E' una operazione di astrazione di tutto ciò che è percepito dai sensi. Per evolvere nella dimensione mentale, indispensabile terreno in cui seminare "l'albero filosofale", occorre trasformare la percezione sensoriale psichica (Cenerentola) in consapevolezza mentale (il Principe), comprensione culturale (il Re) e infine conoscenza creativa (L'albero dei filosofi)).

Ciò significa che anche agendo istintivamente sulla materia, pur privi di cultura e intelletto, è possibile diventare artisti della conoscenza. E' sufficiente avere fede nella propria percezione sensoriale e individuare in ogni nostro gesto o "relazione" un "autentico punto di equilibrio" in cui è possibile percepire, anche solo per un attimo, il senso di appagamento e beatitudine generato dal Sè (l'energia spirituale allineata al centro della sushumma)